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«Questa potrebbe essere una storia come tante, che chissà per quale strano e funesto gioco del destino, cambia la vita di un'intera famiglia, di una tribù. Questa potrebbe essere una storia come tante, ma è la mia... Mia madre invece non è la prima, ma della famiglia è il capo. Da bambino pensavo che nella sua testa ci fosse un secchio, grande come quello del mocio e forse più, dal quale lei tirava fuori la soluzione per tutto. Era il 19 aprile di sei anni fa (2015), avevo da poco compiuto 11 anni, frequentavo la seconda media nel mio borgo medievale ed avevo un cassetto enorme per i miei sogni e mille perché da soddisfare. I dolori erano terribili, pensavo che i miei muscoli non erano più saldamente ancorati alle mie ossa, non riuscivo a dire cosa mi faceva più male. I sedili dell'aereo sembravano sedie di torture alle quali ero pure legato.» (l'autore)